La 59.esima edizione del Gran Premio di Francia, al rientro in calendario dopo 10 anni, in quel del Paul Ricard di Le Castellet dopo 28 anni, rispetta i pronostici e sorride in tutto e per tutto a Lewis Hamilton. Il britannico, dopo la pole #75, porta a casa la vittoria #65, riprendendosi la leadership del Mondiale, salendo a quota 145 punti, 14 in più di Sebastian Vettel (votato Driver of the Day). Domenica complicata per il tedesco, protagonista di un contatto con Valtteri Bottas (autore del giro record) alla prima staccata. Dopo una buona rimonta, il tedesco limita i danni con un 5° posto, mentre il finlandese della Mercedes, con una vettura anche un pò danneggiata, finisce 7°, dietro anche all’ottimo Kevin Magnussen con la Haas. Sul podio con Hamilton salgono anche Max Verstappen e Kimi Raikkonen, a sua volta autore di una rimonta dopo uno start complicato, conclusa con il sorpasso sull’azzoppato Daniel Ricciardo, rallentato da un problema all’ala anteriore.

HAMILTON SUL VELLUTO SI RIPRENDE LA VETTA. VETTEL COLPISCE BOTTAS E CHIUDE 5°
Pur con un rischio pioggia perennemente sullo sfondo per gran parte della sua durata, è stata una domenica di tutto relax, grossomodo, per Lewis Hamilton, che torna a guardare tutti dall’alto in classifica, centrando la terza vittoria stagionale, dopo Baku e Barcellona. Un Hamilton che sin da venerdì aveva fatto capire che c’era ben poca trippa per gatti, al volante di una W09 forte del nuovo propulsore specifica 2.1 (a detta degli uomini di Brackley) e perfettamente a suo agio con le mescole ribassate Pirelli tra le pieghe del Paul Ricard. Dopo una pole (la 75.esima in carriera) tutto sommato agevole, se non fosse stato per il tentativo di intromissione del compagno di box, la gara si è decisa dopo circa 400 metri dallo start.
Scattato bene dalla prima piazzola, Hamilton viene puntato con decisione da Vettel, che sfrutta il grip extra garantito dalle Ultrasoft, svernicia Bottas e gli prende la scia. Lewis, con (lecita) furbizia, chiude ogni varco al rivale, permettendo anche a Valtteri di rinvenire in prossimità della frenata. Seb, per non tamponare l’inglese e non potendo spostarsi né a destra né a sinistra, alza il piede. Ciononostante, a pneumatici ancora non in temperatura, manca il punto di frenata quel tanto che basta da finire un pò lungo; il tutto mentre Bottas, in modo molto energico, tira la staccata all’esterno, incrociando la sua traiettoria con quella del ferrarista. Il contatto è inevitabile e i due si ritrovano in fondo, con Vettel praticamente senza ala anteriore (e con un ulteriore contatto con una Haas) e Bottas con la posteriore sinistra distrutta. A fine gara, il tedesco andrà subito a scusarsi con il pilota Mercedes.

A questo punto, la gara di Hamilton è tutta in discesa, e il Campione in carica mette il sigillo con un primo stint notevolissimo come passo sulle Supersoft, per poi controllare a distanza di sicurezza Max Verstappen, pur con qualche patema dovuto ai doppiaggi. Ben diversi sono stati gli sviluppi per Vettel e Bottas. Ripartiti dalla 17° e dalla 18° posizione dopo la Safety Car, con sul groppone la penalità di 5″ per l’incidente al via per il tedesco e una monoposto un pò danneggiata sul fondo per il finnico, i due danno vita ad una bella rimonta. I brividi per Seb li riserva Alonso, che si difende con tutte le sue forze e, girandosi, per poco non rischia di incocciare contro la SF71-H #5. Il leader del Mondiale (ancora per poco) risale velocemente posizione su posizione, prediligendo in particolare la Chicane Nord per effettuare le manovre.
Sorpasso dopo sorpasso, Vettel, equipaggiato con mescola Soft, dopo 20 giri è già quinto dopo aver infilato anche Sainz; Bottas, impegnato quasi in contemporanea con Grosjean, superato di forza alla Beausset, non ha il ritmo dell’avversario e perde molto più tempo, staccandosi progressivamente. Il ritmo di Sebastian con le ‘gialle’ è più che buono, facendo aumentare i rimpianti per quel che poteva essere e non è stato. Dopo le soste dei primi arriva anche a sfiorare il sorpasso su Verstappen, ritrovandosi davanti sia a Ricciardo che a Raikkonen i quali, però, equipaggiati con pneumatici molto più nuovi (Soft l’australiano, Supersoft il finlandese), lo passano al giro 34 ed al giro 39. La gara di Vettel, ora, è giocoforza solo su Bottas e, una volta rientrato per la seconda sosta, il muretto Ferrari fa lo stesso con il tedesco, che sconta la penalità, monta le Ultrasoft e torna in pista, tranquillamente 5°. Bottas, dal canto suo, prova a soffiare la 6° posizione a Magnussen; ma la VSC e le bandiere gialle provocate dalla foratura di Stroll glielo impediscono.

Cosa possiamo trarre dal weekend francese? Innanzitutto, su una pista considerata pro-Mercedes, le Frecce d’Argento, sostenute anche dagli aggiornamenti e dalle Pirelli modificate per gli asfalti nuovi di zecca (inutile girarci attorno, calzano la W09 perfettamente), sono tornate a fare la parte del leone, con un Hamilton in uno dei suoi weekend dove praticamente è meglio lasciarlo stare per quanto va forte. Ma la Ferrari ha tratto ottime indicazioni, mostrando come gli affanni catalani con questi pneumatici siano rimasti lì. La SF71-H, pur leggermente indietro in qualifica, si è destreggiata bene sul passo e Vettel, senza incidente, si sarebbe giocato tranquillamente il podio. Ecco, questi punti persi lasciano l’amaro in bocca, pur se 10 è sempre meglio di 0. Fortunatamente si torna immediatamente in pista in Austria, anche se in Casa Ferrari sarà meglio eliminare il più possibile qualsiasi tipo di sbavatura, che potrebbe fare la differenza ad Abu Dhabi.
RAIKKONEN, UNA RISPOSTA ALLE TANTE (TROPPE?) VOCI SUL SUO SEDILE
Sin da quando è tornato in Ferrari, nella disgraziata stagione 2014, Kimi Raikkonen ha dovuto subire (relativamente, a dirla tutta, calcolando quanto gliene possa fregare) continui rumors su suoi possibili appiedamenti, vedendo almeno una dozzina di piloti, a turno, affiancati a Fernando Alonso prima e a Sebastian Vettel poi. Le ultime prestazioni sottotono (Canada in particolare) hanno spinto ad elevare a sostituti, quasi a furor di popolo, prima Daniel Ricciardo e, da ultimo, Charles Leclerc. Accantonato il pilota Red Bull (pare per eccessive pretese economiche), il giovane virgulto monegasco, che tanto bene sta facendo in Sauber, è diventato l’indiziato #1, con una Ferrari che dovrebbe annunciarlo entro Monza. Ma c’è chi si spinge oltre, paventando la possibilità di un avvicendamento a stagione 2018 ancora in corso.

Un’eventualità, a mio modo di vedere, che sarebbe poco rispettosa per quanto rappresenta Iceman e per il rispetto e l’amore dimostrato verso il marchio soprattutto negli ultimi anni. Detto ciò, non è che Kimi si aiuti particolarmente, soprattutto quando continua a commettere errori come quelli che, ancora una volta, gli hanno pregiudicato la qualifica. Il caos in partenza lo ha fatto finire 7° ma, stavolta, Kimi non si è incupito e ha costruito una gara di rimonta. Ben coadiuvato dalla sua SF71-H e dalla strategia (US-SS), il finnico è risalito rapidamente, completando poi la sua rincorsa al podio superando un Ricciardo in difficoltà quando alla bandiera scacchi mancavano 7 giri. Un risultato che non può che far bene a Raikkonen, la cui competitività serve come il pane sia al team che a Vettel stesso. Ancora una volta, l’esser solo contro gli avversari, in particolare al via, ha mostrato tutti i suoi lati negativi. Dall’Austria in poi, Kimi deve tornare a dare il meglio di sé già al sabato pomeriggio; pur con una monoposto che monta ancora la Spec-1. E forse sarebbe il caso di montare anche a lui l’evoluzione, casomai su un circuito che non sia eccessivamente penalizzante con chi parte più indietro.
RED BULL: VERSTAPPEN CONCRETO, RICCIARDO FATICA
Per la quarta gara consecutiva, una Red Bull riesce a finire in zona podio. Per la terza volta nelle ultime quattro uscite si tratta di quella #33 di Max Verstappen, che coglie il miglior risultato stagionale, chiudendo il Gran Premio di Francia al 2° posto. L’olandese, dopo aver fatto disastri fino a Monaco, sembra finalmente entrato in modalità produttiva e, come a Montreal, bada bene a non creare casini alla prima curva. Anche perché ci pensano altri e lui, pur finendo nella via di fuga, rientra subito alle spalle di Lewis Hamilton. Il prosieguo per Max è molto lineare. Nel primo stint non ha il ritmo per tenersi vicino al pilota inglese, ma ha vita facile nel tenere a distanza Ricciardo. Una volta montate le Soft, il passo di Verstappen migliora decisamente e, sfruttando un pò la gestione di Lewis un pò i doppiaggi, nel finale accorcia fin quasi ai 3″, mettendo un pizzico di pressione in più al rivale.

Daniel Ricciardo, invece, si è dovuto accontentare di un 4° posto dal retrogusto amaro. In difficoltà in qualifica a causa di un assetto sbagliato (troppo carico), con la pioggia in PL3 che ci ha messo lo zampino, Daniel si è ritrovato in 4° posizione dopo l’incidente al via. Una volta superato Sainz (giro 9), l’italo-australiano è riuscito ad avvicinarsi sensibilmente al compagno di box solo in prossimità della sosta ai box, dopo la quale sono cominciati i veri problemi. Come confessato nel post gara dallo stesso Daniel, nel secondo stint si sono verificati due cedimenti sulla sua ala anteriore, forse provocati da dei detriti. Ciò ha messo in seria difficoltà Ricciardo sopratutto nel T3, dove arrivava a perdere anche oltre un secondo dal rimontante Raikkonen, che infine riusciva a passarlo alla Chicane Nord al giro 47.
GLI ALTRI #1: BRAVO MAGNUSSEN, ENTRAMBE LE RENAULT A PUNTI. LECLERC ANCORA IN TOP-10
Il vincitore assoluto della gara degli altri è stato Kevin Magnussen. Il pilota danese conferma la consistenza trovata in questo 2018 e, al volante di una VF-18 molto a suo agio a Le Castellet, porta a casa un importantissimo 6° posto, reso ancor più soddisfacente dall’aver tenuto dietro nel finale (anche grazie alle bandiere gialle a Signes per il problema a Stroll) la Mercedes di Bottas. Un risultato facilitato dai problemi di potenza che hanno afflitto negli ultimi giri la Renault di Carlos Sainz, costretto a rallentare e sceso dalla 6° all’8° posizione finale; lo spagnolo ha da ringraziare la VSC, senza la quale, probabilmente, rischiava di finire fuori dai punti. Alle sue spalle arrivano Nico Hulkenberg (9°), dopo una gara passata a battagliare ai margini della top-10, e Charles Leclerc (10°). Dopo la prima Q3 in carriera conquistata sabato, il monegasco ha portato la Sauber a punti per la quarta volta nelle ultime cinque. Una domenica ancora una volta consistente per Leclerc, con la macchia di un largo in curva 2 poco prima di metà gara, costatogli una posizione con il tedesco della Renault.

GLI ALTRI #2: GIORNATA NO FORCE INDIA. SPROFONDO MCLAREN. TORO ROSSO E WILLIAMS A SECCO
Tocca alle note dolenti del pacchetto di mischia alle spalle dei big. Continua la stagione difficile di Romain Grosjean (11°), sul quale pesa uno 0-27 nel confronto interno con Magnussen, complicato dall’ennesimo weekend ricco di errori, a partire dall’incidente in Q3, passando per un contatto nelle prime curve, costatogli una penalità. Francia da dimenticare per le Force India: la gara di Esteban Ocon è durata giusto un paio di curve, prima di finire in un incidente tutto transalpino con Pierre Gasly (anche lui ko) e Grosjean; Sergio Perez, invece, è stato costretto ad alzare bandiera bianca per un problema alla pressione dell’acqua al giro 28, mentre occupava l’11° posizione.

Weekend duro anche in casa McLaren. Mentre Stoffel Vandoorne ha chiuso con un 12° posto, comunque abbastanza lontano dalla zona punti, Fernando Alonso è passato dalla ribalta di Le Mans alla delusione di Le Castellet, fermandosi a due giri dalla fine per un problema ad una sospensione. Un Alonso furioso prima con Vettel alla ripartenza, tanto da augurargli di avere problemi alla macchina (lo spagnolo si è girato praticamente da solo, nel tentativo di resistere alla manovra del ferrarista), poi più in generale, tanto da sfogarsi in uno dei suoi team radio (“Non ho freni, non ho più gomme e siamo fuori dai punti. Non mi interessa molto continuare“). Le voci intorno alla McLaren non sono affatto delle più rosee. Si vocifera di possibili scioperi dei dipendenti a Woking, di un possibile tentativo di rilancio provando a prendere Ricciardo. In tutto ciò, il futuro di Nando sembra sempre più lontano dal Circus…
Poca gloria anche per Brendon Hartley. Il neozelandese, partito dal fondo, non ha avuto un ritmo sufficiente per far meglio della 14° posizione, spuntandola nel confronto soltanto con le ormai derelitte Williams, che hanno chiuso la classifica anche in Francia. Sergey Sirotkin (15°), non ha gradito particolarmente la strategia adottata dal team, ovvero cambiare le Ultrasoft con le Soft subito, in regime di safety car, e provare ad andare fino in fondo. Una mossa che poteva costar cara a Lance Stroll: il canadese, a causa di qualche errore in frenata, ha continuato nonostante un evidente flatspot all’anteriore sinistra; le vibrazioni sono aumentate fino al punto che, ai -5 e in piena curva Signes, lo pneumatico è esploso. Fortuna sua che la via di fuga, in quel punto, fosse chilometrica…

Il tour de force della Formula 1 prosegue con il Gran Premio d’Austria, di scena al Red Bull Ring già il prossimo fine settimana.
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