Una domenica da sogno per Andrea Dovizioso al Mugello. Il pilota della Ducati ottiene la vittoria più bella della sua carriera (la terza nella classe regina, la 12.esima in carriera) nella gara di casa, riportando la scuderia di Borgo Panigale e un pilota italiano al successo sul circuito toscano rispettivamente dopo 8 e 9 anni. Una soddisfazione enorme per il Dovi, che adesso è addirittura il primo inseguitore di Maverick Vinales in classifica, distante 27 punti dallo spagnolo.

“Una gara molto lunga, d’attesa fino a quando non ho passato Maverick. In realtà non avevo margine, ma stavamo comunque gestendo al meglio le gomme. All’ultimo giro poi mi è venuta la disperazione. Ho visto che Maverick era solo ad otto decimi ed è un gap che si può recuperare se ne hai di più” – racconta sfinito Dovizioso – “Nell’ultimo giro ho fatto bene, preferendo non rischiare troppo. Fino all’ultima staccata, però, non ho capito se mi fosse attaccato o meno. Quando sono uscito dall’ultima curva mi sono detto: ce l’ho fatta!“.
“Vincere al Mugello è il sogno di tutti. Lo è anche vincere nel Motomondiale, ma è molto complicato” – continua il forlivese – “Migno oggi ha pianto, così anche Pasini. Ti fa capire quanto è difficile e quanta tensione c’è. Riuscire a farlo, poi al Mugello, dove non avevo mai vinto e con Ducati…Non ho parole per descrivere questa emozione. Quando senti l’inno nazionale sul gradino più alto piangi e ti trema la bocca. Ti potresti sentire il più potente al mondo, invece ti senti il più sfigato perché non riesci a controllare le emozioni“.
“Oggi è stata una giornata fantastica per noi piloti italiani e si è vista felicità anche in tanti altri team” – afferma Dovizioso riguardo alla splendida tripletta di oggi – “E’ una cosa che non è facile e questo succede anche se piaci alla gente con cui non lavori normalmente. Io non centro troppo con i fan di Valentino, ma oggi mi hanno dato un grande supporto anche loro. Il nostro obiettivo adesso è quello di essere costanti. Non voglio passare da questa vittoria a prendere una ventina di secondi a Barcellona. Dobbiamo essere realisti poichè prima di questa gara non eravamo in condizione di giocarci il campionato“.
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