SCUDERIA RED BULL RACING F1: PILOTI DANIIL KVYAT, DANIEL RICCIARDO
Gestire al meglio un presente difficile per ritornare grande. Per il Team Red Bull è l’anno della maturità.
Con la stagione 2016, la Red Bull taglia il traguardo delle 12 partecipazioni al Campionato di Formula 1. È difficile immaginare che il fondatore della notissima bibita energetica e successivamente del team, Dieter Mateschiz potesse mai pensare che dopo dieci anni la sua organizzazione si sarebbe issata tra i big assoluti della Formula 1 vincendo consecutivamente 4 Mondiali Piloti e 4 Titoli Costruttori.
Un’ascesa folgorante ma nello stesso tempo costruita un tassello alla volta tra scelte tecniche e sportive particolarmente indovinate. Due tra tutte l’essersi assicurati i servigi del progettista più geniale e acuto della moderna F1 Adrian Newey e del pilota dal talento più fresco e vivace del momento, ovvero l’attuale ferrarista Sebastian Vettel.
Dopo aver fatto incetta di titoli, però, adesso per la Red Bull si tratta di gestire, con oculatezza ed equilibrio, l’inevitabile, delicata fase post-trionfi culminata nella fattispecie dai grossi problemi avuti con la Renault e dalla necessità di ricostruire motivazioni e forze fresche al volante e in fabbrica. In una sola frase è l’ora della maturità.
E il 2016 sarà la prova del nove in questo senso perché la squadra austriaca deve dimostrare di non perdere la testa per non affogare nel nervosismo causato dalla perdita di supremazia tecnica palesato nel 2015, programmando il futuro attraverso un presente dignitoso. Questo è il compito che attende il team principal Chris Horner che, intanto, si gode rinnovate speranze di ripresa in questa stagione.
SCUDERIA RED BULL IN SINTESI:
Sede | Milton Keynes, Gran Bretagna |
Nazione | Austria |
Presidente | Dieter Mateschiz |
Team principal | Christian Horner |
Responsabile tecnico | Adrian Newey |
Monoposto | RB12 |
Motore | TAG Heuer RB12 |
Presenze | 203 |
Vittorie | 50 |
Titoli iridati | 4 (2010 – 2011 – 2012 – 2013) |
Nuova Red Bull RB12 Formula 1 2016:
La nuova monoposto battezzata Rb12 non è affatto dispiaciuta soprattutto per quanto riguarda l’efficienza aerodinamica, che rimane lo storico cavallo di battaglia della Red Bull. A ciò si aggiunge l’aggiornamento della power unit Renault (ribattezzata Tag Heuer sfruttando il nome dello sponsor) piuttosto migliorata rispetto alla contestatissima e inaffidabile versione del 2015 e che consentirà al team di potersi esprimere a livelli sicuramente più importanti, dopo le delusioni dello scorso anno.
Certo, inserirsi nella lotta mondiale tra Mercedes e Ferrari non sembra realistico ma lottare per primeggiare tra gli outsiders è molto più probabile, anche se la Williams appare già un gradino più in alto. La Red Bull può anche contare sulla ventata di entusiasmo generata dai suoi giovani piloti, l’australiano Daniel Ricciardo e il russo Danil Kvyat, entrambi dotati di talento e forti motivazioni.
Il ruolo di erede di Vettel in seno al team spetta però a Ricciardo, che nel 2014 ha sfoderato una serie di prestazioni d’autore salvando la stagione della Red Bull, già orfana del primato assoluto, con tre perentori successi. Nel 2015, poi, è scoppiata la querelle con la Renault, accusata dalla scuderia di scarsa competitività e fragilità della power unit fornita. Una vicenda surreale da “C’eravamo tanti amati” che poi si è ricucita goffamente per la mancanza di alternative motoristiche da parte della stessa Red Bull.
VIDEO PRESENTAZIONE RED BULL RB12 F1 2016:
Storia della Scuderia Red Bull Formula 1:
E pensare che con i francesi della Renault l’intesa è stata talmente proficua da fruttare quattro anni di dominio incontrastato (dal 2010 al 2013) legittimando la qualità di Vettel come pilota e di Newey come progettista. L’accordo Red Bull-Renault venne sancito nel 2007 dopo che le vetture austriache negli anni passati aveva utilizzato prima il motore Cosworth (all’esordio nel 2005 dopo che Mateschiz ha costruito il suo team rilevando la Jaguar) e poi i propulsori Ferrari. Da quel momento è stato un crescendo di risultati che ha portato la Red Bull ad essere nel 2009 l’antagonista più credibile delle imbattibili Brawn fino all’inizio dell’era trionfale. Una delle più imponenti nella storia della F1.
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