
Entra nel vivo il tema del taglio degli stipendi dei calciatori. L’AIC boccia sul nascere la proposta della Lega Serie A. Tommasi e Calcagno in coro: “E’ una vergogna”
E’ un clima tesissimo quello tra la Lega Serie A e Associazione Italiana Calciatori. Sul tema spinoso del taglio degli stipendi, infatti, i due organi si sono scontrati senza l’uso di mezzi termini. La richiesta della Lega si basa su due condizioni: ridurre di un terzo la retribuzione lorda annua, nel caso di una mancata ripresa del campionato, oppure di un sesto qualora venisse portata a termine la stagione.
Secondo queste opzioni, quindi, i calciatori dovrebbero rinunciare a 4 o 2 mesi di salario, a seconda delle sorti della stagione in corso. A queste ipotesi ha risposto duramente l’AIC, attraverso il vicepresidente Umberto Calcagno, definendo la proposta “vergognosa”. L’accusa che viene fatta è quella di voler far pagare solo ai calciatori il prezzo della crisi economica, dovuta all’emergenza del Coronavirus.
A queste dichiarazioni si è unito in coro il presidente Damiano Tommasi, spiegando che i giocatori già erano in fase di trattativa sul tema stipendi e una proposta del genere in questo momento è totalmente fuori luogo. Il numero uno dell’associazione calciatori ha così bocciato quanto era stato accordato tra i club nell’Assemblea di Lega, andata in scena lunedì mattina.
Tommasi ha espresso tutta la sua incredulità sulla strategia imprenditoriale adottata dai club, spiegando che i calciatori sono i protagonisti del calcio e dello spettacolo e stanno già discutendo con le proprie società per un accordo economico e questa proposta li metterebbe solo in cattiva luce.
Quello del taglio degli stipendi, quindi, resta un tema centrale nell’attuale situazione economica del calcio italiano, con l’AIC che non sembra intenzionata a fare sconti e a difendere con i denti le volontà dei calciatori di Serie A.
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